Ciao a tutti sono Chantal,
sono sempre stata una grande ammiratrice del blog, ogni settimana attendevo con ansia il nuovo pezzo di storia che i ragazzi avevano deciso di condividere con noi mentre oggi sarò io a scriverne una parte perciò ne sono molto onorata.
Sono quasi 2 settimane che sono qui a Mutoyi; sono tornata nella terra dove sono nata per un viaggio un po’ diverso perché per la prima volta sono qui senza la mia famiglia.
Già all’atterraggio a Bujumbura mentre sono partiti gli applausi avevo capito che ero tornata a casa, quel semplice gesto, è solo uno degli esempi del calore umano che si respira qui.
Ad accogliermi appena arrivata a Mutoyi c’erano i ragazzi, è incredibile vedere come in questi mesi siano riusciti a penetrare nel cuore di questa realtà, come se fossero qui da sempre, costruendo le relazioni e condividendo la quotidianità coi poveri. Per me sono stati e sono un punto di riferimento mi hanno aiutato ad inserirmi e li seguo nei loro impegni quotidiani.
Qui ho ritrovato una parte della mia famiglia, in particolare le mie zie alle quali sono maggiormente legata, delle donne straordinarie che da sole mandano avanti la famiglia, il lavoro e i figli. Riabbracciarle è stato un momento unico, quasi difficile da descrivere a parole eravamo tutte e tre commosse ma profondamente felici.
Tornare in Burundi per me significa, non solo riabbracciare la mia famiglia ma,  anche “andare verso i poveri, vivere con loro, imparare da loro”. Starò qui solo un mese e mezzo ma so che questi pochi giorni passati  fra gli ultimi, potranno una volta che sarò tornata in Italia, donarmi una sensibilità capace di farmi affrontare la quotidianità con occhi differenti.
Sono una barundi perché di fatto sono nata qui ma non mi sono quasi mai sentita tale perché sono cresciuta in Italia, con questo viaggio nutrivo il desiderio di riscoprire le mie radici con  maggiore consapevolezza e ritrovare la mia identità.
Alla luce di questi pochi giorni posso dire di sentirmi un po’ più barundi  perché ho lavorato e faticato con loro. Mi sono sentita una di loro, non esisteva più la distanza tra me e loro ma eravamo diventati un noi. Finalmente per la prima volta mi sento parte di tutto questo e non ospite.
Dai poveri, in questi giorni ho imparato molto perché loro che hanno pochissime possibilità rispetto a quelle che abbiamo noi, hanno però una capacità di donarsi al prossimo senza misura e senza stancarsi mai e io?
Io ho solo il cuore per desiderarLo. 

Chantal

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