Un’altra settimana è terminata e come tutte quelle precedenti è stata accompagnata da forti emozioni. Sono seduta nel giardino dei laici e mentre ascolto i suoni della natura ricordo con dolcezza ciò che abbiamo vissuto martedì mattina. Alle 06.00 ci siamo svegliati, vestiti alla svelta e praticamente addormentati, chi ancora con gli occhi chiusi, siamo usciti di casa per salutare la Fiore che partiva. 

Tutti in fila, pronti ed emozionati ad aspettarla…e non arrivava. Dopo un po’ eccola lì, la vediamo spuntare con due valigie, tutta di corsa con il suo solito sorriso in volto. Ci guarda e scoppia a ridere, nascondendo l’emozione dice:<< ma cosa ci fate quiii!!>>. Ha salutato ognuno di noi con un veloce abbraccio e gli occhi lucidi dicendoci: <<Ciao brutti laici! >> (ebbene si! Brutti laici, ma questa è un’altra simpatica storia che vi racconteremo più avanti, forse) e si è chiusa in macchina. Ovviamente non potevamo lasciarla andare senza neanche una foto ricordo, così dopo averla fatta è subito risalita in auto salutandoci da dietro il finestrino.  Nonostante sono passati pochi giorni dalla sua partenza, già ci manca. Per noi è stata una figura fondamentale, oltre ad accoglierci e aiutarci (tutto nel suo stile) ha saputo imprimere nei nostri cuori storie e conoscenze tipiche del posto. Grazie Fiore!

Mentre guardavo la macchina allontanarsi ho ripensato alla telefonata con Don Luciano (Pozzi) un paio di settimane fa; principalmente a due domande che ha voluto porci. Cosa volete portarvi a casa dal Burundi?  E di conseguenza a cosa non volete rinunciare nelle vostre vite? Due domande semplici, eppure per noi sono state fonti di ulteriori pensieri, riflessioni e discorsi. Stiamo vivendo un momento in cui ormai non siamo più all’inizio della nostra missione, bensì proprio nel mezzo. Siamo abituati agli orari, ai lavori, alla nostra semplice quotidianità, che ci regala immense gioie ma anche molti pensieri.

Sempre di più noto come questa terra mette alla prova le persone del posto, da un punto di vista fisico, mentale e spirituale. Con il sorgere del sole iniziano per loro le fatiche giornaliere, come per esempio costruire una piccola casa. Venerdì abbiamo vissuto in prima persona quest’esperienza, compreso quanta fatica e tempo sono necessari. Muniti di bidoncini grandi e piccoli, per prendere l’acqua, e delle forme per fare i mattoni, abbiamo fatto due chilometri e mezzo solo per raggiungere il luogo destinato ai lavori. Per creare i mattoni ci sono quattro passaggi che si svolgono contemporaneamente: scavare una buca nella terra, andare a prendere l’acqua raggiungendo la fonte più vicina, che ovviamente non si trova nello stesso posto, amalgamare terra e acqua ed infine creare la forma. Personalmente è stato uno dei lavori più faticosi. Tanto faticoso quanto bello. Vivere gli stessi sforzi e difficoltà porta ad una comprensione ancora più profonda delle persone che ci circondano.

La Fiore nei suoi discorsi ci ripeteva sempre, andate al largo, e secondo me è esattamente dove siamo, ognuno a suo modo è in grado di percepire diversamente ciò che arriva da dentro: pensieri, emozioni e dubbi. In forma più ampia e con diverse prospettive. A cosa non voglio rinunciare nella mia vita? Sicuramente alla semplicità. E voi?  

- Arianna




Commenti

  1. Bene RAGAZZI, il mondo è nelle vostre mani, rimediate ai nostri errori e non rinunciate ai vostri ideali. Avanti tutta così.

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